La Banca Centrale Europea e la Federal Reserve non seguiranno la stessa politica monetaria nel prossimo futuro
Con l’inflazione dell’Eurozona ai massimi storici, la Banca centrale Europea si ritrova costretta a rivedere la sua politica monetaria accomodante. Durante la conferenza stampa tenuta il 14 Aprile, l’attuale presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, conferma il piano di portare avanti la graduale riduzione degli acquisti netti di titoli con il rimanente programma App (Asset Purchase Programme), un pacchetto di misure di politica monetaria non convenzionale. Nel dettaglio, gli acquisti previsti per Aprile saranno pari a 40 miliardi di euro, a Maggio si ridurranno a 30 miliardi e a Giugno saranno pari a 20 miliardi.
Si spostano, allora, i riflettori sulle diverse disposizioni adottate dalla Federal Reserve che procede in maniera risoluta con una manovra restrittiva, mostrando una forte determinazione nella volontà di aumentare i tassi e ridurre l’entità del suo bilancio. Si evidenzia così, una forte dissonanza rispetto le decisioni intraprese della BCE: il modus operandi adottato mostra dei toni nettamente più cauti verso la “normalizzazione” della politica monetaria. Tale processo, intrapreso a Dicembre dal Consiglio Direttivo BCE, adotta le seguenti parole d’ordine: “gradualità, opzionalità e flessibilità”. Graduale è infatti la risposta alla corsa dell’inflazione, ponendo fine agli acquisti netti in ambito APP già nel corso del terzo trimestre. Inoltre, per evitare che lo stop definitivo del QE (Quantitive easing) possa aprire maggiormente la forbice dei differenziali di rendimento tra titoli di Stato, Christine Lagarde ha voluto dare piena enfasi al concetto di “flessibilità”, ritenendolo un aspetto fondamentale per la conduzione della politica monetaria. A rigor di ciò, tale variabile risulta esser viva per garantire una trasmissione omogenea della politica monetaria ed evitare una possibile frammentazione finanziaria; infatti, in base alla “forward guidance” sui tassi di interesse, il rialzo dgli stessi sarà possibile solo in un momento successivo alla fine del programma di acquisto titoli, pertanto si riconfermano i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale allo 0.00%, quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0.25% e infine quelli sui depositi presso la Banca Centrale pari -0.5%. Infine, data l’elevata incertezza, rimane forte la volontà di tener fede al principio di “opzionalità” rispetto a quelle che saranno le mosse future, al fine di garantire la stabilità dei prezzi e contribuire a preservare la stabilità finanziaria
La Presidente della BCE durante l’ultima conferenza stampa di Aprile ribadisce: “L’inflazione è aumentata in misura significativa e rimarrà elevata nei prossimi mesi, soprattutto a causa del forte incremento dei costi dell’energia”, pertanto “siamo pronti ad adeguare tutti gli strumenti nell’ambito del nostro mandato, in modo flessibile ove necessario, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine”.
(Per il testo integrale consultare il sito www.ecb.europa.eu)
Fonte: http://www.borsaitaliana.it; http://www.ecb.europa.eu
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