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Nuove previsioni in ambito europeo per l’imposta sul valore aggiunto: che cosa prevede la novità?

Dopo 30 anni la legislazione europea sull’iva viene aggiornata. Infatti il 7 Dicembre 2021 i ministri delle Finanze dell’EU hanno raggiunto l’accordo per rinnovare la normativa vigente, che attualmente disciplina le aliquote sul valore aggiunto (IVA) per i beni e servizi.

In particolare le nuove norme garantiranno ai governi maggiore flessibilità nell’applicazione delle aliquote ma allo stesso tempo tengono fermo il principio della parità di trattamento tra stati membri dell’EU. Il fine principale delle nuove normative è di allineare le norme sull’IVA alle principali priorità comuni dell’EU, fra cui sono espressamente citate: la lotta ai cambiamenti climatici; il sostegno alla digitalizzazione e la tutela della salute pubblica.

In pratica, l’accordo annunciato individua tre modalità per raggiungere questi obbiettivi comuni:

  • L’aggiornamento dell’elenco dei beni e dei servizi a cui tutti gli stati possono applicare aliquote Iva ridotte. La ratio sarà quella di integrare o modificare la lista esistente con nuovi prodotti e servizi che tutelano la salute pubblica, sono positivi per l’ambiente e supportano la transizione digitale. Questo permetterà agli stati membri di esentare per la prima volta dall’IVA alcuni beni e servizi da destinare a coprire quelle che oggi sono divenute esigenze di base;
  • L’eliminazione, entro il 2030, della facoltà sinora concessa agli stati membri di applicare aliquote ridotte ed esenzioni IVA su beni e servizi che oggi siano ritenuti dannosi per l’ambiente e per gli obbiettivi dell’EU in materia di cambiamenti climatici;
  • L’estensione a tutti gli Stati membri delle possibilità di adozione di specifiche deroghe ed esenzioni sull’IVA da applicare a determinati beni e servizi, al solo scopo di perequare il gettito IVA complessivo e così garantire la parità di trattamento intracomunitaria, oltre che per evitare che l’esclusione dell’imposta di un singolo Stato determini sul mercato effetti di distorsione della libera concorrenza.

Un ulteriore cambiamento che sarà apportato alle direttive comunitarie, basato però su accordi precedenti, prevede il passaggio ad un sistema UE dell’IVA, dove l’imposta dovrà essere versata nello stato membro in cui risiede il consumatore finale e non più in quello ove risiede il fornitore. Questa variazione della territorialità di imposizione, insieme all’introduzione di una gamma di aliquote più versatili, mira ad abbassare la probabilità che l’impatto fiscale vada a perturbare il funzionamento del mercato unico o a creare inquinamenti della libera concorrenza.

Inoltre, nel contesto post pandemia COVID-19, deve essere mantenuto saldo l’impegno a proteggere le entrate pubbliche, in quanto le risorse sono fondamentali per assicurare lo sviluppo sostenibile. La nuova legislazione eviterà la proliferazione di aliquote ridotte per fini non comuni ai principi ed alle direttive comunitarie. Gli Stati membri puntano a compiere sforzi univoci per finanziare una ripresa economica sostenibile ed anche per investire nella transizione verde e digitale.

Per vedere entrare in vigore queste nuove normative sarà necessario attendere l’approvazione del Parlamento Europeo, che arriverà secondo i programmi entro marzo 2022. Gli Stati membri potranno quindi iniziare a recepire le direttive e a legiferare nei propri ordinamenti, ragionevolmente a partire dal secondo semestre del 2022.

Fonte: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_6608

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